Se possiedi una seconda casa ti devi ricordare che il 16 dicembre scade il termine per il pagamento della seconda rata dell’IMU, l’imposta comunale che sostanzialmente colpisce gli immobili non considerati come “prima casa”.
La prima rata ha avuto come scadenza il 16 giugno scorso.
Chi deve pagare
L’IMU si applica in tutti i Comuni italiani ai possessori di immobili, cioè il proprietario o il titolare del diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi e superficie.
Inoltre, deve versare interamente l’imposta il genitore cui viene data la casa familiare a seguito del provvedimento del giudice che assegna il diritto di abitazione al genitore affidatario dei figli, anche se non ne è proprietario nemmeno per una quota.
Qualora l’immobile in questione diventi la sua abitazione principale, il genitore beneficerà di conseguenza di tutte le esenzioni o riduzioni applicabili.
In caso di separazione senza figli l’IMU è dovuta dal coniuge assegnatario dell’immobile.
Se la casa è di proprietà di più soggetti, ognuno è responsabile del pagamento della propria quota di IMU, calcolata sulla base della propria situazione personale.
In caso di decesso del possessore dell’immobile, gli eredi devono versare l’IMU a nome del defunto fino alla data in cui è mancato. In pratica, bisogna considerare la situazione preesistente al decesso e pagare l’imposta con le regole applicabili fino a quel momento. Dalla data del decesso in poi, invece, si deve considerare la situazione degli immobili all’interno della successione perché, ad esempio, una casa poteva essere considerata abitazione principale per il defunto, ma non per tutti i suoi eredi.
Attenzione alla data del decesso per il conteggio del mese: quest’ultimo si considera per intero solo se il possesso è durato più di 15 giorni.
Ai fini IMU, il coniuge superstite, continuando a vivere nell’immobile di cui ha il diritto di abitazione, è l’unico che deve pagare l’imposta, anche se non è proprietario nemmeno in parte.
Anche in questo caso, però, trattandosi di abitazione principale, il coniuge superstite beneficerà di esenzione o riduzioni d’imposta.
Escluse le prime case
Dato che l’imposta riguarda prevalentemente le seconde case, non bisogna pagare l’IMU sulle abitazioni principali, a meno che si tratti di immobili di lusso accatastati come A1, A8 o A9.
Per “abitazione principale” si intende la casa in cui il possessore e la sua famiglia dimorano abitualmente e hanno la residenza anagrafica.
Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano dimora e residenza in immobili diversi situati nello stesso Comune, le agevolazioni per l’abitazione principale e per le relative pertinenze si applicano a una sola casa. Oltre all’abitazione principale, l’imposta non è dovuta anche sulle relative “pertinenze”, cioè su box, cantine e simili (classificate come C2, C6 e C7), nella misura massima di un’unità pertinenziale per ciascuna di queste categorie catastali, anche se iscritte in catasto insieme alla casa. Tradotto in soldoni: se l’abitazione principale ha due box separati, solo uno dei due è esente dal pagamento dell’IMU.
Dato che l’IMU sostituisce l’Irpef, in linea generale se su un immobile si paga la prima, per quello stesso immobile non si devono versare tasse in dichiarazione dei redditi.
Questa regola ha però alcune eccezioni: se la seconda casa è affittata, si paga sia IMU sia Irpef (o, in alternativa, la cedolare secca se si è scelto questo regime fiscale).
Invece, se la seconda casa non è affittata (o data in comodato d’uso gratuito) ma si trova nello stesso Comune in cui si trova l’abitazione principale, si paga l’IMU, mentre Irpef e addizionali sono dovute sulla metà della rendita catastale rivalutata.
Vale anche la pena di ricordare che chi presenta la dichiarazione dei redditi con il modello 730 può utilizzare il credito Irpef per pagare l’IMU compensandola tramite il modello F24.
IMU, qanto pagare?
Decide il Comune con apposita delibera. Puoi visionare la delibera del tuo comune di appartenenza cliccando qui.
La prima rata ha avuto come scadenza il 16 giugno scorso: in pratica, ciò significa che in estate si versa l’imposta dovuta per il primo semestre in base alle aliquote e alle agevolazioni dell’anno precedente (quindi il 2020), mentre a fine anno si fa il conguaglio rispetto a quanto deliberato dal Comune per il 2021.
L’imposta, che si riferisce quindi all’anno in corso, viene calcolata in proporzione alla percentuale di possesso e ai mesi dell’anno nei quali si è protratto.
Il mese si conta per intero se il possesso dura più della metà dei giorni di cui si compone il mese: ad esempio, se si eredita una casa il 20 maggio, l’IMU è dovuta a partire dal mese di giugno e quindi per 7 mesi, mentre se si diventa proprietari il 10 maggio l’IMU va pagata dal mese di maggio e di conseguenza per 8 mesi.
In caso di vendita della seconda casa, il possesso ai fini IMU passa all’acquirente già dal giorno del rogito, spartiacque che fa fede per calcolare chi tra venditore e acquirente deve pagare per intero quel mese di imposta in base ai giorni di proprietà.
L’IMU si paga arrotondando all’euro, quindi fino a 49 centesimi compresi si arrotonda per difetto, dai 50 centesimi in poi si arrotonda per eccesso. L’arrotondamento non va fatto sul totale del dovuto, ma per ogni singolo rigo dell’F24 che si compila per il pagamento.
Il versamento minimo annuale è di 12 euro. Questo limite, che l’amministrazione locale può aumentare, si riferisce a ogni Comune per il quale si deve versare l’IMU, non alla singola rata o al singolo immobile.
La dichiarazione IMU
La cosiddetta “dichiarazione IMU” va presentata in Comune entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui il possesso degli immobili ha avuto inizio o sono intervenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell’imposta.
La dichiarazione non è però dovuta se le variazioni vengono riportate in atti catastali, perché il Comune vi ha direttamente accesso. Il mio consiglio è comunque quello di controllare sempre sul sito del Comune o di contattare l’ufficio tributi per verificare di non dover fare alcuna comunicazione.
Se hai dubbi e non vuoi sbagliare il pagamento dell’IMU, i conti te li facciamo noi. Grazie al nostro servizio, oltre a ricavare l’importo dovuto, potrai anche ottenere un modello F24 già compilato e pronto per essere pagato: uno strumento utile non solamente per pagare l’imposta 2021, ma anche per il ravvedimento nel caso ti dimenticassi di pagare alla scadenza e versassi poi l’imposta in ritardo.
Scrivimi a mariaelena.saporito@hotmail.com o invia un whatsapp a 3895255034.
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